Immagini satellitari: Quando le formazioni di nubi ci sembravano normali ed oggi pensiamo solo che siano scie chimiche

Immagini satellitari: Quando le formazioni di nubi ci sembravano normali ed oggi pensiamo solo che siano scie chimiche

Nel corso degli ultimi decenni, la nostra percezione del cielo e delle formazioni nuvolose ha subito un cambiamento significativo, influenzato dall'emergere di teorie del complotto e dalla crescente disponibilità di immagini satellitari.

Ciò che un tempo veniva osservato come semplici fenomeni meteorologici naturali, oggi viene spesso interpretato attraverso la lente della teoria delle "scie chimiche", un fenomeno che merita un'analisi approfondita basata su evidenze scientifiche. Questo articolo esplora come le immagini satellitari ci aiutano a comprendere le formazioni nuvolose naturali e, probabilmente, non troppo naturali.

Le immagini satellitari e l'osservazione delle nubi

Evoluzione della tecnologia satellitare meteorologica

Dal 23 novembre 1977, quando fu messo in orbita il primo satellite europeo METEOSAT, la tecnologia di osservazione meteorologica ha fatto passi da gigante. I moderni satelliti meteorologici, posizionati a circa 36.000 km di altitudine sulla verticale dell'equatore, forniscono immagini sempre più dettagliate del nostro pianeta, permettendoci di osservare e studiare le formazioni nuvolose con una precisione mai raggiunta prima. Questi satelliti sono gestiti da EUMETSAT (European Organization for the Exploitation of Meteorological Satellites) e scansionano il pianeta su tre canali spettrali: visibile, infrarosso e vapor d'acqua.

Interpretazione delle immagini satellitari

Le immagini satellitari possono essere interpretate in diversi modi a seconda del canale utilizzato:

-       Immagini visibili: Mostrano la nuvolosità nelle ore diurne, sfruttando la radiazione solare riflessa. Le nubi alte e sottili appaiono con colori tra il bluastro e il violetto, le nubi medio-alte spesse con colore bianco brillante e le nubi medio-basse con colore tra il grigio chiaro e il giallo;

-       Immagini infrarosse: Mostrano la nuvolosità sia nelle ore diurne che notturne, sfruttando la radiazione emessa nel campo dell'infrarosso. Più l'oggetto è freddo, più appare bianco; più è caldo, più appare scuro. Le nubi alte, essendo più fredde, appaiono più bianche delle nubi basse;

-       Immagini del vapore acqueo: Rappresentano una misura dell'irradiazione infrarossa influenzata dal vapore d'acqua nell'atmosfera, permettendo di determinare le zone secche (scure) e le zone umide (bianche).

Queste diverse modalità di osservazione consentono ai meteorologi di classificare le nubi e prevedere l'evoluzione delle condizioni atmosferiche con maggiore accuratezza.

 

Le scie di condensazione: un fenomeno naturale

Le scie di condensazione, spesso erroneamente chiamate "scie chimiche", sono in realtà un fenomeno naturale ben documentato scientificamente. Si formano quando il vapore acqueo contenuto nei gas di scarico degli aeromobili condensa e congela rapidamente nell'aria fredda ad alta quota, formando cristalli di ghiaccio. Questo processo è del tutto simile alla formazione delle nubi naturali, con la differenza che il vapore acqueo e i nuclei di condensazione provengono dai motori degli aerei.

La teoria del complotto sulle "scie chimiche" (chemtrails) sostiene che alcune scie rilasciate nell'atmosfera dagli aerei sarebbero costituite da agenti chimici o biologici liberati intenzionalmente per vari scopi. Questa teoria iniziò a diffondersi nel 1996-1997, quando l'Aeronautica militare statunitense fu accusata di disperdere nell'aria sostanze misteriose per irrorare la popolazione. Mentre in Italia, sin dal 1984 ed esattamente in Puglia, si autorizzavano Società specializzate per l’inseminazione delle nuvole (cloud seeding); forma di modificazione del tempo atmosferico che utilizza sostanze chimiche per far piovere oppure per ridurre la grandine e la nebbia. Dagli anni ’40 sono stati fatti numerosi esperimenti e in campo scientifico si dibatte ancora molto dell’effettiva efficacia delle varie tecniche impiegate per raggiungere questi risultati. Capofila di questa pratica risultano essere gli israeliani (cit. Mario Giuliacci).

Da allora, la teoria si è evoluta in numerose varianti, nessuna delle quali supportata da prove scientifiche concrete. Alcune versioni sostengono che le irrorazioni siano finalizzate al controllo del clima, altre che siano destinate a interferire con la salute della popolazione, altre ancora che servano a migliorare le comunicazioni militari.

L’immagine che segue è presentata in un articolo che parla di cloud seeding.

Scie2

Nel merito delle sole scie, di parare nettamente contrario, risulta essere un articolo di Geopop. In esso si parla anche di un non probabile collegamento tra le scie chimiche e l’alluvione avvenuta in Emilia-Romagna e Marche.

Perché alcune scie persistono più a lungo di altre?

La persistenza delle scie di condensazione dipende principalmente dall'umidità atmosferica. In aria secca, le scie si dissipano rapidamente, mentre in condizioni di umidità elevata possono rimanere visibili per ore e diffondersi, assomigliando a nubi cirrose naturali.

Altri fattori che influenzano la persistenza delle scie includono:

-       Altitudine e temperatura: Quote più elevate con temperature più fredde favoriscono la formazione e la persistenza delle scie;

-       Densità del traffico aereo: Un maggior numero di voli crea più scie, aumentando la copertura nuvolosa visibile;

-       Condizioni meteorologiche: L'umidità e la velocità del vento influenzano la longevità e la dispersione delle scie.

Questa variabilità naturale porta alcuni osservatori a credere erroneamente nell'attività delle "scie chimiche", nonostante esistano spiegazioni scientifiche ben consolidate.

L’immagine di Sentinel-2 che segue, a mio parere, qualche perplessità su quale sia la corretta interpretazione della naturale formazione di queste nubi, la genera. Segue anche il link per poter constatare la veridicità di quanto mostrato.

Scie3

https://browser.dataspace.copernicus.eu/?zoom=8&lat=37.57288&lng=15.08972&themeId=DEFAULT-THEME&visualizationUrl=U2FsdGVkX19yYcGNJ4R5mwYSQQNs4YkgcZDDntPrvjl%2Fsn7ios%2FoC1tGk%2FdvSknM%2FTqnHVETQKb%2B9wndG5RL0NZxuBpXk0l5E6G3aHtk3LOfaN8yxiJ3%2FsfHTjPU09ly&evalscripturl=https%3A%2F%2Fcustom-scripts.sentinel-hub.com%2Fsentinel-2%2Ftrue_color%2Fscript.js&datasetId=S2_L2A_CDAS&fromTime=2024-05-16T00%3A00%3A00.000Z&toTime=2024-05-16T23%3A59%3A59.999Z&demSource3D=%22MAPZEN%22&cloudCoverage=30&dateMode=SINGLE#custom-script

Le immagini satellitari ci offrono uno strumento prezioso per osservare ma, per comprendere i vari fenomeni, dobbiamo ancora attendere; comunque noi continuiamo ad osservare. 

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