Il titolo di questo articolo è preso da una frase che risuona all'interno della recente Lettera trasmessa ad alcuni Ministri e direttori delle organizzazioni a difesa del territorio, da parte di un gruppo di docenti e rappresentanti dei professionisti della Geomatica italiana aderenti alla SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia), che evidenziano come l'attività di un rilevamento globale del territorio nazionale sia da inserire all'interno delle azioni promosse dai recenti finanziamenti PNRR.
In particolare si denuncia l'assenza di una cartografia digitale tridimensionale a grande e grandissima scala, che dovrebbe essere disponibile in tutto il paese alla scala nominale prevalente 1:2000 (pari alla scala catastale più comune e coerente con le scale di dettaglio della pianificazione urbana) sull’intero territorio nazionale e sviluppata alla scala 1:1000 nei territori a elevata urbanizzazione in coerenza con un potenziale nuovo modello di censimento immobiliare. Il rilevamento va esteso alla fascia costiera comprensiva della parte sommersa almeno fino alla batimetrica 20 m, per una corretta e coerente conoscenza dell’ambiente litoraneo, delle sue criticità e delle sue potenzialità economiche. L'importanza di un intervento globale a livello nazionale darebbe uniformità e omogeneità per precisione, accuratezza, contenuto informativo e semantico in coerenza con gli standard europei e internazionali.
Peccato che però in Italia manchino le figure professionali, ricordiamo che l'Ingegnere geomatico non esiste in Italia, contrariamente a tutti gli altri paesi europei e in buona parte del mondo. Peccato anche che in Italia, sempre unica nel consesso Europeo, non esista una Commissione o una Agenzia competente sul tema. La Commissione Geodetica Italiana venne abolita come "Ente inutile" nel 1975 e da quell'epoca le funzioni di raccolta, gestione e coordinamento delle informazioni e dei dati relativi al territorio italiano sono state prese in carico dalle Regioni che, a loro volta, hanno delegato il lavoro a vari enti, agenzie ed organi amministrativi diversi, creando di fatto una confusione nel coordinamento dei dati stessi. L'Agenzia del Territorio anche è stata soppressa ed inglobata nell'Agenzia delle Entrate. Un tentativo di ricostituzione di una Authority dedicata venne effettuato nel 2008 con il DDL n. 1766 per l’istituzione di un’Agenzia Geodetica Cartografica Nazionale, ove la presentatrice Sen. Loredana De Petris introduceva così:
"ONOREVOLI SENATORI. - Disporre di una cartografia nazionale dettagliata e continuamente aggiornata è il fondamento per la conoscenza del territorio e delle componenti ambientali, ne rappresenta la proiezione documentale, è alla base della sua tutela e valorizzazione. Qualsiasi opera dell’uomo, che abbia un impatto sul territorio, deve essere rappresentata su un documento convenzionale a scala opportuna necessariamente “cartaceo” e informatizzabile in forma georeferenziata, affinché lo stato dei luoghi abbia valenza probatoria sia nella rappresentazione dell’ante operam che del post operam. La situazione italiana nel settore della produzione, informatizzazione, aggiornamento e gestione della cartografia ufficiale versa in uno stato di profonda confusione. Dopo la prima proposta di riorganiz- zazione dei servizi cartografici di Stato risalente al 1945 e la legge quadro del 1960, la situazione è peggiorata negli anni Settanta a seguito dell’abrogazione della Commissione geodetica italiana, avvenuta durante il primo passaggio legislativo di competenze dallo Stato alle regioni con la chiusura di una serie di enti allora considerati inutili..." (il testo integrale è presente in GEOmedia 1 2008). Peccato che il Governo sia caduto poco tempo dopo la presentazione del DDL.
Oggi, probabilmente spinta dalle possibili risorse economiche del PNRR, viene di nuovo rilevata la necessità del rilievo integrale ed aggiornato del territorio italiano ad opera della associazione SIFET (http://sifet.org), peccato che anche questa volta i Ministri a cui è indirizzata siano parte di un Governo dimissionario che probabilmente non ha neanche avuto il tempo di leggerne i contenuti. Ma quello che ancor più preoccupa è la continuata assenza di formazione nel settore ove ancora si indugia ad istituire la formazione universitaria di Ingegneria Geomatica, o dove si istituiscono corsi di Laurea in Ingegneria Navale dove non si insegna la Geomatica, mentre nel consesso globale attuale, la spinta del settore geospaziale e la necessità di monitoraggio del Territorio prevede ingenti stanziamenti, che difficilmente potranno essere correttamente impiegati, principalmente a causa delle risorse professionali carenti.
Potete leggere qui la lettera:
Mi auguro sia di buon auspicio per riprendere il dibattito al più appropriato livello decisionale del prossimo Governo.
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